Domenica 17 il "Coordinamento precari scuola" ha indetto per mercoledì 11 maggio la "giornata nazionale della rabbia dei precari". Sul piatto i problemi che affliggono la scuola, dai tagli agli organici ai trasferimenti interprovinciali dei precari.
Il precariato è stato lo strumento attraverso cui il Governo ha potuto attuare i tagli alla scuola pubblica, quella ristrutturazione o destrutturazione alla base dell'attuale riforma della scuola. Questo è quanto salta fuori dall'incontro avvenuto domenica 17 aprile a Roma tra i movimenti dei precari.
Non a caso è proprio dal precariato che muove la protesta della scuola. Sul piatto ci sono molti motivi per protestare: riduzione degli organici, aumento alunni per classe, caos graduatorie, INVALSI, esuberi, mancate immissioni in ruolo.
Dalla critica non viene risparmiata neppure la questione "pettine", che, secondo quanto riportato da "
Il Manifesto", sarà oggetto di sit-in da parte dei docenti precari in occasione dell'incontro tra il Ministro e la commissione dei sessanta parlamentari favorevoli al cambio di provincia. Sebbene lo scontro per le posizioni in graduatoria venga tacciato come un "diversivo" e il vero problema dei precari individuato nelle mancate immissioni in ruolo.
Nè parole tenere vengono riservate sulla questione "direttiva europea" e reiterazione dei contratti a tempo determinato. Secondo i precari la direttiva eurpea deve essere estesa anche all'amministrazione pubblica con l'assunzione a tempo indeterminato di quei precari che hanno avuto tre contratti a termine. E si scagliano contro l'ipotesi di un provvedimento ad hoc che ne limiti la portata. Anche in questo caso una iniziativa, con la raccolta di firme per estendere i benefici della legge 368/2001 anche alla pubblica amministrazione.
Il culmine di tali iniziative sarà giorno 11 maggio con l'indizione della "giornata della rabbia precaria".