POESIA, ARTE, ATTUALITA', SOCIETA', RECENSIONI, TERRA DI CIOCIARIA

domenica 24 ottobre 2010

L'oniricità di Beatrice Scaccia

Beatrice Scaccia. "Volgeva piano il capo".

Nell’attuale panorama artistico, le diverse esperienze sfociano nelle manifestazioni più personali. Decodificando la natura, l’oblio, l’annichilimento, la bellezza e tutto un vaso di Pandora , l’artista si pone sempre più nella sua esperienza individualistica. Le probabilità di interpretazioni, sono contestualizzate a partire dal nucleo formativo che un pittore, scultore o artista in genere, ha appreso come itinere nel proprio excursus didattico. E’ pur vero che, in un secondo momento, nella cosiddetta maturità espressiva, l’opera rappresenta pienamente la  giusta fase di approdo conclusivo e soddisfacente. E arriva per tutti il momento di godere soggettivamente di questo percorso, come accade alla ciociara Beatrice Scaccia. Molto giovane, vanta numerose collaborazioni internazionali. Dopo la maturità conseguita a Frosinone,  si è formata presso l’Accademia Di Belle Arti di Roma, diventando allieva di Gino Marotta. Attualmente vive nella capitale, senza però sciogliere il nodo con la sua cittadina natale, cioè Veroli. Il genio di Beatrice sta nel rappresentare l’evanescenza di un mondo di personaggi, dislocati in ambiti disincantati e quasi privi di nomenclatura.  Abbiamo esigenza di guardare i soggetti da ogni punto di vista e la pittrice sa soddisfare questa necessità. Non è piattume bidimensionale, l’opera di Beatrice. E’ ancora più estrinsecamente polivalente anche quando le figure si pongono nella solitudine del loro profilo. E non sanno osservare che loro stessi, attraverso un silenzio surrealista. Psicologia dissacrante, delle volte. Realtà costruttivamente disarmante, altre. Pittura priva di campiture concentrate nei cromatismi più scontati, lo sfumato prende spazio dove è necessario, senza disturbare.
Un’opera tra le più originali e meglio rappresentativa della gioventù  artistica.