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martedì 7 dicembre 2010

Beati i puri di cuore, perché di essi è il Regno dei Cieli

Una cara amica, giorni fa, mi ha ricordato un insegnamento tralasciato negli anni.Cioè, beati i puri di cuore, perché di essi è il Regno dei Cieli. Faccio un ripasso. Le beatitudini fanno parte del "Discorso della Montagna" (Matteo, 5,1-12). Gesù si rivolge ai poveri, amati da Dio ma subissati da povertà, sofferenza, ingiustizia. Cioè i mali dell'Universo che  perdurano con ostinazione nelle epoche umane. E che oggi sono più che mai di attualità.
Le beatitudini sono benedizioni, cioè doni di Dio che dovremmo poter interpretare e ricevere con riconoscenza. Circostanze, quelle dell'applicazione  di certi insegnamenti, che ognuno deve poter conformare al proprio vissuto.Dunque: si è beati  non perché sulla terra si è privi di tutto ( situazione che causa dolore) ma lo si è perché Dio prepara un futuro di speranza ( leggi: Geremia 29,11).
Cos'è la povertà, al giorno d'oggi, al di là del suo significato più pregno? E' l'aridità, la superficialità, l'arrivismo, la cattiveria, l'arroganza, l'incertezza, la disoccupazione, la fame, la tristezza ...
Se, allora, la sofferenza sulla terra è strada per condurci ad una vita migliore, una volta abbandonato il corpo, chiederei a Dio, di non far soffrire. Perché se quest'esistenza fosse meno dolorosa, basterebbe a tutti per redimersi ogni volta se ne presentasse l'occasione. E guadagnarsi, così, un posto in Paradiso.