In un prossimo futuro i frequentatori dei centri estetici potranno stare ancora più tranquilli. Le indicazioni del nuovo decreto interministeriale in materia sono state pensate soprattutto per garantire ai consumatori una maggiore tutela e agli operatori estetici un contesto normativo certo e aggiornato.
«Questo decreto si è fatto attendere per 21 anni e rappresenta senz'altro un passo importante - commenta Angelica Pippo, presidente di Confestetica (Confederazione nazionale estetisti) -. Restano tuttavia ancora aspetti da chiarire, a partire dall'accesso alla professione di estetista». La legge attuale (la 1/90, all'articolo 3) sancisce la possibilità di ottenere il diploma di estetista, oltre che attraverso il canonico corso di studi di 1800 ore, semplicemente lavorando per tre anni presso una struttura. «Questo significa - puntualizza la presidente di Confestetica - che durante l'addestramento il "praticante" fa esperienza sulla pelle del cliente, con tutti i rischi che ciò può comportare. Ci stiamo battendo per eliminare questa possibilità e per realizzare una sorta di "patentino" per gli operatori che intendano utilizzare apparecchiature sofisticate, come i laser per la depilazione: se vogliamo veramente tutelare i nostri clienti dobbiamo spingere sulla formazione e l'aggiornamento continuo. Tanto più se si considera che, in caso di effetti indesiderati o incidenti nel corso dell'utilizzo di questi apparecchi, l'estetista ne risponde sul piano civile e penale».
Sulla necessità di rivedere la formazione dell'estetista concorda Antonino Di Pietro, presidente fondatore della "Società internazionale di dermatologia plastica, rigenerativa e oncologica": «Oggi la tecnologia è entrata anche nei centri estetici e per consentirne l'utilizzo in sicurezza è fondamentale che l'operatore sia adeguatamente preparato. Per esempio, in caso di utilizzo di laser o luce pulsata deve essere in grado di capire il tipo di pelle del soggetto e agire di conseguenza per evitare bruciature, deve sapere che in presenza di capillari superficiali non bisogna ricorrere ad apparecchiature per massaggi meccanici, aspiranti o a pressione che rischiano di peggiorare la situazione, facendo rompere i capillari». «Bene fa, poi, il decreto - continua Di Pietro - a precisare le controindicazioni dei diversi trattamenti. Le apparecchiature che applicano una corrente, come quelle per la ionoforesi o gli elettrostimolatori, per esempio, sono controindicate per i portatori di dispositivi elettrici, quali i pacemaker, perché si rischia di provocare pericolose interferenze. Anche la presenza di una protesi metallica o di dispositivi intrauterini in metallo richiede cautela, perché l'applicazione di correnti in loro prossimità surriscalda i metalli e può danneggiare i dispositivi, causando anche dolore. E ancora, se c'è in corso un'infezione cutanea, bisogna evitare di usare manipoli o altri dispositivi che possano propagare l'infezione ad altre parti del corpo».
Via Corriere.it