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Prodotto in cooperativa (la 15 maggio) tra sceneggiatori e registi, è un film in 14 episodi non superiore alla media, tenuto insieme dalla labile satira di una giornata televisiva. L'episodio più graffiante, di stampo neorealista, è quello napoletano sul lavoro minorile e il controllo delle nascite (“Sinite parvulos” di Comencini) con Villaggio che, nel dibattito a seguire, propone, come già aveva detto Jonathan Swift, di mangiare i bambini poveri in eccedenza. Ameno è il romano “Santo soglio” (di Magni con Manfredi, Férreol, Scaccia) con cui un cardinale si finge moribondo per essere eletto papa. Si ride con Tognazzi, pensionato con una pensione da fame (“Il personaggio del giorno-Poco per vivere, troppo per morire”), ma anche generale che si uccide (“Il generale in ritirata”) quando le sue medaglie cadono nel cesso. Ilarità per la tarantella finale (“Il salone delle cariatidi”), guidata da un sosia del presidente Giovanni Leone. Gli altri sketch (“Il disgraziometro” con Villaggio; “L'ispettore Tuttunpezzo” di Comencini con un gigioneggiante Gassman; “La bomba” di Monicelli) sono di qualità inferiore. M. Guerritore e Mastroianni fanno i presentatori. Musiche di L. Dalla e F. Guccini, A. Venditti, Giuseppe Mazzucca e Nicola Samale.
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